Italo Svevo

 

● Nasce a  Trieste  nel 1861 in una ricca famiglia di commercianti ebrei

● Il suo vero nome è Hector Schmitz: la madre è italiana ma il padre è tedesco ---> duplicità culturale di Svevo

 

● Trieste è una città multiculturale, a metà tra la cultura italiana e la cultura tedesca.  Da giovane viaggia per l'Europa, studia in Germania e inizia a lavorare in banca a Trieste

 

● “ Una vita”, non ha successo

● “ Senilità”, non ha successo

● Decide di non scrivere più per vent'anni (“silenzio letterario”)


Episodi decisivi per Svevo:

1. a Trieste prende lezioni di inglese da James Joyce           , con cui stringe amicizia

2. inizia a leggere le opere di Sigmund Freud  e si interessa alla psicanalisi


Scrive   “La   coscienza   di   Zeno”,   che pubblica  nel  1923  →  è  un  successo  in Italia  e  in  Europa  anche  grazie  a  Joyce che  propone  il  romanzo  ai  massimi  critici europei e a Montale che scrive un saggio

sull'opera di Svevo.

 

● Svevo continua a scrivere, ma muore in un incidente stradale nel 1928.

 

Le opere

Tre romanzi:

● “ Una vita”

● “ Senilità”

● “ La coscienza di Zeno”

 

 

La poetica

 

● Grazie alla sua vicinanza con l'Europa centrale, Svevo percepisce in anticipo le tematiche e le tensioni nate in seguito al trionfo della nuova

borghesia industriale → a Trieste si sente più vicina la crisi economica europea e più acuto il sentimento di disagio per i nuovi problemi sociali

● Crisi morale della borghesia nei suoi romanzi

 

 

Influenze:

– teorie di Darwin sulla lotta per la vita, difficile adattamento dell'uomo all'ambiente; influsso della società sull'indole e sui comportamenti individuali

- Marx    sulla    condanna    della    civiltà industriale; importanza dei fattori economici,; simpatie per il socialismo in gioventù

- Freud: come strumenti di analisi psicologica; importanza dell'inconscio per spiegare le contraddizioni dell'esistenza

– Autori  del  realismo  francese  (Flaubert), naturalisti (Zola) e autori russi

- Shopenhauer. carattere illusorio di volontà e sentimenti umani; frenetica lotta per l'esistenza, bisogno di sosta, di contemplazione

- Cultura ebraica. tema del dolore, dell'uomo di pena (collegamento a Umberto Saba).
Tematiche:

 

– Consapevolezza della caduta di un mondo con i suoi valori e certezze (dopo la prima guerra mondiale)

Malattia: per Svevo è il segno del rifiuto di adattarsi ad una società alienante

– Inettitudine: è la manifestazione del disagio e della crisi dell'uomo e della società

– Autoinganno dei protagonisti (scusa per il proprio comportamento)

 

Tecniche narrative:

– Vicende descritte dall'interno (introspezione) – Spazio e tempo sono soggettivi

– “ tempo misto” (la vicenda non è narrata in ordine cronologico)

– La descrizione dei luoghi cambia a seconda dell'anima dei protagonisti (es. Trieste un giorno luminosa e solare e un giorno cupa e grigia)

– Monologo interiore (logico e ordinato) in una lingua comune, colloquiale

 

“ La coscienza di Zeno”

● 1923

● è un lungo monologo che il protagonista Zeno Cosini , ormai vecchio, fa con sé stesso

● al centro del romanzo ci sono la coscienza del protagonista e la sua    

malattia

Malattia  = mancanza di volontà e di capacità di agire e incidere sul reale 

 

● La malattia fa parte della società in crisi: tutti sono “malati” ma non sanno di esserlo perché credono di essere “sani”

● È impossibile essere davvero “sani” dato che questa malattia, questa incapacità di affrontare la realtà fa parte della vita e il male fa parte integrante della società; si può essere davvero sani soltanto in una società giusta e umana.

● La soluzione per essere apparentemente “sani” è accettare la vita e adeguarsi alla società

 


Caratteristiche del romanzo:

– Tecnica del monologo

– Disintegrazione del tempo reale

 

La struttura

● Prefazione: uno psicanalista dichiara di voler pubblicare le memorie di un paziente, Zeno Cosini, “per dispetto”, e avverte che quello che

leggerà è un mucchio di bugie

● Preambolo: Zeno Cosini, spinto dallo psicanalista presso cui è in cura, dichiara di voler scrivere le sue memorie, ma non crede all'efficacia della terapia psicanalitica.

 

●  “ tempo misto”: Zeno racconta eventi passati (ad es. la sua infanzia) che nella sua coscienza

diventano presenti e creano aspettative per il futuro.

 

● 6 nuclei tematici (capitoli):

1. Il fumo

2. La morte di mio padre

3. La storia del mio matrimonio

4. La moglie e l'amante

5. Storia di un'associazione commerciale

 

6. Psico-analisi

 

Vediamo meglio il romanzo:

 

 

NB soffermiamoci sul nome scelto per il protagonista: Zeno Cosini.

Zeno (Z è l’ultima lettera dell’alfabeto) Cosini (Una cosa di poco valore)

 

 

La Coscienza di Zeno

La Coscienza si apre con la Prefazione del dottore psicoanalista (ironicamente si chiama"dottor S.", con un richiamo a Sigmund Freud o anche al cognome di Svevo) che ha avuto in cura Zeno e che l'ha indotto a scrivere la sua autobiografia.

Dopo essersi sottoposto a numerose sedute di psicoanalisi, il protagonista si è stufato ed ha interrotto il trattamento.

Il medico, allora, per vendetta decide di pubblicare la sue memorie.

 

I sei episodi della vita di Zeno Cosini sono:

Il fumoLa morte di mio padreLa storia del mio matrimonio, La moglie e l’amanteStoria di un’associazione commerciale e Psico-analisi

 

Ogni episodio è narrato dal punto di vista del protagonista, e il suo resoconto degli eventi risulta spesso inattendibile.

 

Egli presenta la sua versione dei fatti, modificata e resa come innocua in un atto inconscio di autodifesa, per apparire migliore agli occhi del dottor S. (una sorta di secondo padre, sotto i cui occhi recitare la parte del "figlio buono"), dei lettori ma forse soprattutto ai propri occhi.

 

Dopo una Prefazione e un Preambolo sulla propria infanzia, nel terzo capitolo Zeno scrive del suo vizio del fumo 

 

Il fumo: fin da ragazzino, il protagonista è dedito a questo vizio, da cui cerca inutilmente di liberarsi con diversi tentativi infruttuosi, testimoniati dalle pagine di diari e dai libri (noché dai muri...) su cui vengono scritte la data e la sigla u.s. (ultima sigaretta).

Infine per liberarsi dal fumo il protagonista si fa ricoverare in una clinica, da cui fugge, corrompendo con una bottiglia di cognac l’infermiera che lo sorveglia. 

L’episodio del fumo permette a Zeno di riflettere sulla propria mancanza di forza di volontà e sull'incapacità di perseguire un fine con forza e decisione.

Tale debolezza è attribuibile al senso di vuoto che egli sente nella sua vita, e all’assenza nella sua infanzia di una figura paterna che fornisca regole e norme comportamentali.

 

Il secondo episodio (La morte di mio padre) è appunto incentrato sulla figura del padre di Zeno. Il protagonista-narratore analizza il difficile rapporto con il genitore, che non riesce a identificare come figura di riferimento e guida. Zeno infatti non ha mai tentato di stabilire un rapporto affettivo e di reciproca intesa con il padre. Quando quest'ultimo è colto da paralisi, il figlio, in cerca di approvazione e giustificazione, prova ad accudirlo prima che sia troppo tardi. Ma durante la notte, il padre viene colpito da un edema cerebrale. Ormai incapace di intendere e volere l’uomo è destinato a morte certa, e Zeno spera, per evitare ulteriori sofferenze al padre e soprattutto fatiche per se stesso, in una fine rapida e indolore.

Nell’estremo momento della morte in un gesto incontrollato il padre schiaffeggia il figlio, per poi spegnersi; gesto che segnerà irremediabilmente il protagonista e ne orienterà tutti i malcelati tentativi di spiegare quel gesto, o di giustificare il proprio atteggiamento.

 

Terzo evento del romanzo (La storia del mio matrimonio) è la storia del matrimonio di Zeno. Il protagonista, dopo aver conosciuto Giovanni Malfenti, uomo d’affari triestino, inizia a frequentare la sua casa e la sua famiglia.

Zeno si innamora di una delle quattro figlie di Malfenti, Ada, la più bella, che però è innamorata di un altro, Guido Speier.

Il protagonista si dichiara ad Ada, da cui viene rifiutato. Si rivolge allora anche alle tre sorelle con la stessa proposta di matrimonio, ma tale proposta viene accolta solo dalla meno affascinante, Augusta, che tuttavia sa garantire all’uomo un matrimonio borghese ed apparentemente felice, dato che entrambi i coniugi vedono realizzati i loro desideri inconsci (e cioè, trovare una seconda "madre" per il protagonista, o trovare un marito per Augusta).

In questo capitolo il personaggio appare come l’inetto dei due romanzi precedenti (Una vita e Senilità): immerso nelle sue fantasie, viene trascinato dagli eventi senza essere in grado di scegliere.

 

Il quarto episodio della vita di Zeno è la storia dell’amante (La moglie e l'amante): in un desiderio di conformarsi a un costume sociale il protagonista trova una giovane amante, Carla.

La relazione con la donna si rivela ambigua per Zeno, che da una parte non vuole far soffrire la moglie, mentre dall’altra è attratto dall'esperienza trasgressiva del tradimento coniugale. 

La storia con Carla (nei confronti della quale Zeno prova sia desiderio che senso di colpa) si conclude, tuttavia quado la ragazza, stanca delle contraddizioni del protagonista, sposa il suo insegnante di canto, mentre Zeno ritorna dalla moglie incinta. 

 

In Storia di un’associazione commerciale si assiste invece al fallimento dell’azienda messa in piedi da Zeno e Guido, marito di Ada, a causa dello sperpero del patrimonio da parte di quest’ultimo. 

Guido, dopo due tentativi di suicidio simulati per avere ulteriore denaro dalla moglie e salvare così l'impresa, riesce erroneamente a uccidersi.

Zeno, dopo aver sbagliato corteo funebre, riscuote successo negli affari, ma ciò non serve a conquistargli le simpatie di Ada, che ormai lo disprezza e parte per il Sudamerica.

 

Infine nell’ultimo episodio, intitolato Psico-analisi, Zeno riprende, dopo sei mesi di interruzione, a scrivere le sue memorie, per ribellarsi al medico, esprimendo il suo disprezzo e il suo rifiuto per la psicoanalisi.

 

Ma in questo ultimo atto si rende conto che la malattia interiore di cui si sentiva vittima e da cui riesce a curarsi è una condizione comune a tutta l’umanità e che coincide con il progresso del mondo intero. Il romanzo si conclude con una drammatica profezia di un’esplosione che causerà la scomparsa dell’uomo dalla faccia della Terra.

 

 

 

 

 

RIPASSIAMO

 

ITALO SVEVO

Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nasce a Trieste nel 1861.  Trieste, città di confine, risente fortemente della cultura austriaca, una cultura questa che lo porterà allo studio di diversi autori quali Nietzche, e in particolar modo Sigmund Freud. 

Figlio di un ricco commerciante ebreo d'origine tedesca sposato a un'italiana, seguì studi commerciali a Segnitz am Mein (Baviera) e poi a Trieste. La sua agiata situazione gli permise di viaggiare.

A 17 anni, dopo diversi anni di studio all’estero, torna a Trieste, dove si iscrive a studi di carattere commerciale, e, dopo due anni, comincia a lavorare come impiegato in una banca di Trieste; da questo momento in poi, Svevo, darà avvio a una fortunata carriera professionale che gli consentirà di affermarsi prima come commerciante e in seguito come industriale, ma che gli permetterà di dedicare alla scrittura solo pochi ritagli di tempo. 

In questo periodo, in cui lavora come impiegato in una banca di Trieste; scrive e pubblica a sue spese il primo romanzo: "UNA VITA", romanzo che non ebbe successo. 

Successivamente, Svevo, sposa una cugina, il cui padre ha un’importante impresa che produce vernici per sottomarini che gli consentirà di inserirsi nell’alta borghesia triestina, ma al contempo continua a coltivare i propri interessi letterari. 

A questo periodo risale la pubblicazione del secondo romanzo, "SENILITA’". che come “Una vita", non farà un grande successo e verrà apprezzato dalla critica e dal pubblico solo dopo molti anni. 

Nel 1906/1907, per motivi di lavoro, prende lezioni private da un giovane irlandese, lo scrittore James Joyce, che diventa suo amico e ne comprende le potenzialità come scrittore, e lo fa conoscere ad amici letterati.

Joyce divenne un famoso scrittore che utilizza le teorie della psicolanalisi e i il flusso di coscienza.

La notorietà di Svevo inizia negli anni  dopo la pubblicazione del terzo romanzo, "LA COSCIENZA DI ZENO".

Joyce introdusse Svevo presso i più importanti editori del tempo del 1921 e, quando in un articolo di giornale Montale parla di lui, Italo Svevo diventa famoso.

La fama dura comunque ben poco, in quanto Svevo muore in un incidente automobilistico.  Oltre ai romanzi, che rimangono la sua opera più importante, ha scritto anche una serie di novelle e commedie.

 

 

LE OPERE:  

-          UNA VITA

-          SENILITA’

-          LA COSCIENZA DI ZENO

 

 

LA COSCIENZA DI ZENO 

Pubblicato nel ‘23, è molto diverso dai precedenti, nella composizione e nella struttura interna.  Nei primi due c’è un narratore esterno, che focalizza la sua attenzione su un personaggio e di volta in volta assume il suo punto di vista.

Nella "Coscienza di Zeno" il narratore è il protagonista stesso (Romanzo interiore) che lascia fluire le sue emozioni e i suoi pensieri senza seguire un filo narrativo rigoroso, ma occupandosi del suo inconscio lasciato libero di emergere; è una tecnica nuova, usata in tutta la narrativa del "900 e comune a Joyce lo “stream of consciousness", il flusso di consapevolezza per cui l’attenzione non è più posta sull’intreccio degli eventi, ma sull’interiorità del personaggio. La struttura narrativa non rispetta le regole del romanzo dell’800, che ha una sua coerenza, ad esempio di carattere cronologico; qui infatti c’è una rottura di questa costante ottocentesca.

La struttura è aperta e la storia si svolge attraverso nuclei tematici, legati ai diversi momenti della vita dei protagonista, Zeno Cosini, ritenuti significativi (la morte dei padre, il vizio dei fumo, il rapporto con la moglie, quello con I"amante, la società commerciale che apre con il cognato Guido, e la sua rivalità con questo; ad ogni momento è dedicato un capitolo (struttura frantumata).

Dal romanzo si nota la forte influenza che Svevo aveva ricevuto dallo studio della Psicoanalisi; Svevo, infatti, fu l’unico grande romanziere del primo novecento italiano a ricevere e assimilare le correnti filosofiche provenienti dall’Europa centrale subendone il fascino; per questo Svevo è riconosciuto come il più "europeo" tra i grandi letterati italiani d'inizio secolo.

Nel romanzo, Svevo, parte proprio dalla psicanalisi di Freud, pensando però che ci sia una spaccatura: da una parte capisce la portata di queste nuove teorie, ma ritiene la

psicanalisi solo utile a definire delle categorie di personaggi letterari, non la ritiene una terapia utile.

Zeno Cosini, un maturo e agiato commerciante Triestino, ha scritto la storia della sua vita su consiglio dei dottor S. lo psicoanalista che lo ha in cura, ma a un certo punto ha interrotto la terapia; allora il dottor S., per vendetta, ha deciso di pubblicare i ricordi dei suo ex paziente.  E" quanto il lettore apprende da una brevissima prefazione che si finge scritta dallo psicoanalista; il resto del romanzo è costituito dalla autobiografia di Zeno, divisa in capitoli che non seguono, come già detto, un preciso ordine cronologico, ma raccolgono momenti, fatti, situazioni della vita dei protagonista attorno ad alcuni temi fondamentali..

.A un breve preambolo, in cui compare una prima autopresentazione seguono: "il fumo", incentrato sugli innumerevole e vani tentativi di Zeno di smettere di fumare; "La morte di mio padre" dove Zeno, partendo dal dolore per la morte del genitore , ripercorre il suo ambivalente rapporto con lui; "la storia dei mio matrimonio" dedicata agli strani percorsi attraverso i quali, Zeno, invece di sposare la ragazza che ama, ne sposa la sorella brutta e strabica, approdando insperatamente a un matrimonio felice; "la moglie e l’amante", in cui Zeno tradisce la moglie pur continuando ad amarla; "storia di un’ associazione commerciale," dove si narrano le numerose avventure commerciali di Zeno.  L'ultimo capitolo, "la psicoanalisi", si finge scritto un anno dopo, durante la guerra. Grazie a spregiudicate speculazioni finanziarie Zeno ha riportato diversi successi, si sente pienamente guarito e ripudia la psicoanalisi.

Dall’ultimo capitolo in particolare emerge il pensiero di Svevo che non riteneva la psicoanalisi un valido metodo dì cura dalle nevrosi, ma ne subisce comunque il grande fascino.  La visione pessimistica che emergeva sia da "Una vita" che da "Senilità" viene ripresa nell’ultimo capitolo dei romanzo e viene enunciata dallo stesso Zeno Cosini in questo modo: "la malattia è una condizione comune a tutti gli uomini; forse il cosmo recupererà la salute quando un uomo un po’ più ammalato degli altri, con un esplosivo incomparabile, farà esplodere la terra, che ritornerà alla forma di nebulosa, errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie".

 

 

 

 

 

Per la prefazione e il testo de LA COSCIENZA DI ZENO

 

https://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/svevo/coscienzazeno.html